Pasqua 2025: Volare a Brindisi costa più di New York. E l’Italia diventa un parco giochi per speculatori
Caro Trasporti durante le Festività: speculazione senza controllo. Esiste un equilibrio possibile tra mercato e tutela sociale? Siamo condannati a rincari senza fine?
Immaginate di dover spiegare a un turista straniero che, a Pasqua, volare da Milano a Brindisi costa 619 euro, mentre un biglietto per New York ne costa 571. Vi prenderebbero per pazzi. Eppure, è la realtà che Assoutenti ha svelato per il 2025, fotografando un mercato dei trasporti italiano allo sbando, dove la legge del più forte (leggi: chi controlla l’offerta) schiaccia famiglie, studenti fuori sede e lavoratori.
Un Far West senza regole: perché in Italia si può?
I dati parlano chiaro: su tratte come Torino-Lamezia Terme, i prezzi volano del 468% rispetto ai giorni normali. Treni "astronomici" (fino a 360 euro per una sola tratta), pullman che superano i 120 euro e voli nazionali più cari di quelli transatlantici non sono semplici anomalie. Sono sintomi di un sistema che permette a operatori privati (e non solo) di alzare i prezzi senza alcun tetto normativo, sfruttando picchi di domanda concentrati in pochi giorni.
In Francia, durante le festività, SNCF applica tariffe calmierate per i residenti. In Germania, i Länder finanziano treni speciali per studenti. In Italia? L’unica risposta è il “Sicilia Express”, che esaurisce i biglietti in un’ora, lasciando migliaia di persone in balia di tariffe quadruplicate.
Non è solo Pasqua: è la logica del “prendi o lascia”
Il problema non è il singolo rincaro, ma un modello che si ripete: energia, affitti, beni di prima necessità. L’inflazione galoppante (a febbraio 2025 l’Istat segna +3,1%) erode il potere d’acquisto, mentre i redditi restano fermi. Eppure, mentre per il pane o l’elettricità si invocano controlli (sporadicamente applicati), sui trasporti vige il silenzio.
Perché? Perché viaggiare non è considerato un diritto essenziale, ma un servizio a domanda elastica. Peccato che per milioni di italiani, spostarsi a Pasqua non sia un capriccio, ma un’esigenza dettata da legami familiari o lavorativi.
Europa: dove la tutela del consumatore non è un optional
Oltreconfine, esistono strumenti concreti:
- Spagna: dal 2023, sussidi fino al 50% sui biglietti per giovani e fasce a basso reddito.
- Austria: il “Klimaticket” offre viaggi illimitati su treni e bus per 1.095 euro/anno.
- UE: la direttiva 2021/782 vieta gli aumenti “ingiustificati” sui servizi essenziali, ma l’Italia non l’ha mai recepita in modo stringente per i trasporti.
Da noi, invece, si preferisce cavalcare l’emergenza: i treni intermodali (come quello Torino-Palermo via nave) sono iniziative lodevoli, ma insufficienti e nate per tamponare, non per prevenire.
Cosa serve? Non solo lamentele, ma proposte
- Tetti massimi temporanei sulle tratte nazionali in periodi festivi, come già avviene per gli affitti brevi in alcune città.
- Incentivi per le compagnie che aumentano i posti disponibili nelle fasce orarie critiche.
- Una task force UE: il problema non è solo italiano. Serve una direttiva che equipari i trasporti a servizi di interesse economico generale, come proposto dal BEUC (Ufficio Europeo dei Consumatori).
E intanto, le famiglie pagano il conto
Mentre i biglietti volano, il carrello della spesa pesa sempre di più: +8% su latte e pasta, +12% sull’olio (dati Federconsumatori 2025). Il governo discute di bonus una tantum, mentre servono strategie strutturali.
E voi cosa ne pensate?
Iniziamo a pretendere che la mobilità sia trattata come un diritto, non come un lusso? Esiste un equilibrio possibile tra mercato e tutela sociale? Siamo condannati a rincari senza fine?

