Majorana: l'Einstein italiano che sfidò il destino - 5 segreti rivelati
Ettore Majorana: il mistero che ha cambiato la scienza moderna. Dalla teoria dei neutrini alle ipotesi di fuga in Sud America, scopri la storia incredibile del "Galileo scomparso". Un viaggio attraverso il genio, l'enigma e l'eredità di uno dei più brillanti fisici del XX secolo.

La misteriosa scomparsa del fisico Ettore Majorana nel 1938 continua ad affascinare e intrigare il mondo scientifico e non solo, anche dopo oltre 85 anni. Ripercorriamo la vita di questo brillante scienziato, le sue contribuzioni fondamentali alla fisica e le teorie sulla sua scomparsa.
Chi era Ettore Majorana
Ettore Majorana nacque a Catania il 5 agosto 1906 in una famiglia della borghesia siciliana. Fin da giovane dimostrò un'eccezionale predisposizione per la matematica e la fisica. Dopo aver iniziato gli studi di ingegneria all'Università di Roma, nel 1928 passò al corso di laurea in fisica, attratto dalla fama di Enrico Fermi. Si laureò con lode il 6 luglio 1929 con una tesi sulla meccanica dei nuclei radioattivi, sotto la guida di Enrico Fermi. La sua tesi di laurea fu particolarmente innovativa, tanto che in essa Majorana sostenne la possibilità della risonanza di forma in fisica nucleare per gli stati quasi stazionari, in contrasto con l'opinione di Fermi che riteneva tale fenomeno matematicamente corretto ma fisicamente impossibile.
I contributi scientifici di Majorana
L'attività scientifica di Majorana, seppur breve, fu estremamente intensa e ricca di risultati fondamentali:
- Fisica atomica e molecolare: Già da studente, nel 1928, lavorò sulle applicazioni del modello statistico dell'atomo di Fermi, calcolando le correzioni alle righe spettroscopiche dovute all'ipotesi dell'elettrone rotante di Dirac.
- Chimica teorica: Nei primi anni '30 pubblicò importanti lavori sulla formazione dello ione molecolare di elio e sulla reazione pseudopolare fra atomi di idrogeno, diventando un pioniere della chimica teorica in Italia.
- Fisica nucleare: Sviluppò una teoria sulle forze nucleari, oggi note come "forze di Majorana".
- Meccanica quantistica relativistica: Formulò un'equazione per particelle a spin arbitrario senza stati ad energia negativa.
- Teoria delle particelle elementari: Propose una teoria simmetrica dell'elettrone e del positrone, introducendo il concetto di "neutrino di Majorana".
- Sistemi quantistici aperti: La sua equazione ad infinite componenti gettò le basi teoriche per i sistemi quantistici aperti, con applicazioni nella computazione quantistica e crittografia.
La genialità di Majorana era tale che Enrico Fermi lo considerava all'altezza di Galilei e Newton. Il suo contributo più noto è probabilmente la teoria dei "fermioni di Majorana", particelle che coincidono con la propria antiparticella. Questa teoria, formulata nel 1937, ha trovato conferma sperimentale solo nel 2012, come pubblicato sulla rivista Science.

I "ragazzi di via Panisperna" e il rapporto con Fermi
Majorana faceva parte del celebre gruppo di giovani fisici italiani guidati da Enrico Fermi, noto come i "ragazzi di via Panisperna". Il gruppo, che prendeva il nome dalla sede dell'Istituto di Fisica dell'Università di Roma, comprendeva, oltre a Fermi e Majorana, Edoardo Amaldi, Franco Rasetti, Emilio Segrè, Bruno Pontecorvo e Oscar D'Agostino. Il rapporto tra Majorana e Fermi era complesso e affascinante. Se da un lato Fermi riconosceva l'eccezionale talento di Majorana, dall'altro i due scienziati avevano approcci molto diversi alla ricerca. Fermi era pragmatico e sperimentale, mentre Majorana era più incline alle matematiche astratte e alla riflessione teorica. Un episodio emblematico del loro rapporto è quello relativo al metodo di Thomas-Fermi. Quando Fermi impiegò una settimana per risolvere una complessa equazione differenziale non lineare, Majorana riuscì a riprodurre gli stessi risultati in meno di 24 ore, lasciando Fermi stupefatto.
La misteriosa scomparsa
Il 25 marzo 1938, all'età di 31 anni, Majorana partì in nave da Napoli per Palermo. Prima di partire, scrisse lettere enigmatiche ai familiari e al collega Antonio Carrelli, annunciando la sua "scomparsa". Giunto a Palermo, alloggiò al Grand Hotel Sole e inviò un telegramma a Carrelli, dicendo di non allarmarsi e che sarebbe tornato il giorno dopo a Napoli. Tuttavia, da quel momento Majorana scomparve senza lasciare tracce2. La scomparsa del fisico fu uno shock. La polizia, sollecitata da Mussolini in persona, compì estese ricerche, ma di Majorana non furono trovate tracce.
Ipotesi sulla scomparsa
Sulla sorte di Majorana sono state formulate numerose ipotesi:
- Suicidio: L'idea che si sia gettato in mare durante il viaggio di ritorno a Napoli. Tuttavia, questa ipotesi è messa in dubbio dal fatto che Majorana aveva ritirato tutti gli stipendi arretrati poco prima di partire.
- Fuga in America Latina: Secondo questa teoria, Majorana si sarebbe trasferito in Venezuela sotto il falso nome di Andrès Bini. Nel 2015, la Procura di Roma ha confermato l'identificazione di Majorana con Bini, sostenendo che lo scienziato era vivo almeno fino al 1959.
- Ritiro in convento: L'ipotesi, sostenuta tra gli altri da Leonardo Sciascia nel suo libro "La scomparsa di Majorana", suggerisce che lo scienziato si sia ritirato in un monastero per fuggire dalla notorietà.
- Fuga in Germania: Alcuni hanno ipotizzato che Majorana sia andato in Germania per mettere le sue conoscenze a disposizione dei nazisti.
- Congiura dei fisici: Lo storico Umberto Bartocci ha avanzato l'ipotesi di un piano maturato nell'ambiente dei fisici per eliminare un pericoloso rivale.
Nonostante le numerose indagini e ipotesi, il destino di Ettore Majorana rimane ad oggi un mistero irrisolto, contribuendo ad alimentare il fascino e l'interesse intorno alla figura di questo geniale fisico italiano.
Le prove della vita di Majorana in Venezuela fino al 1959
Le indagini della Procura di Roma hanno portato alla luce nuove prove che suggeriscono che Ettore Majorana fosse vivo e residente in Venezuela tra il 1955 e il 1959. Ecco i principali elementi emersi:
- Identificazione fotografica: Una foto scattata in Venezuela nel 1955 è stata analizzata dal RIS (Reparto Investigazioni Scientifiche). L'uomo ritratto, conosciuto con il cognome Bini, è risultato compatibile con i tratti somatici di Majorana.
- Comparazione fisionomica: Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani ha confermato la "perfetta sovrapponibilità" dei particolari anatomici (fronte, naso, zigomi, mento e orecchio) tra l'uomo nella foto e il padre di Majorana.
- Testimonianza di Francesco Fasani: Un emigrato italiano, meccanico di professione, ha fornito una testimonianza chiave. Fasani affermò di aver incontrato Majorana (sotto il nome di Bini) a Valencia, Venezuela, e di avergli concesso un prestito.
- Cartolina di Quirino Majorana: Nella vettura di Bini-Majorana fu trovata una cartolina scritta nel 1920 da Quirino Majorana, zio di Ettore e anch'egli fisico di fama mondiale, indirizzata a un americano di nome W.G. Conklin.
- Analisi comportamentale: La testimonianza di Fasani, pur non essendo di natura psichiatrica, ha fornito dettagli sul carattere e il comportamento dell'uomo incontrato in Venezuela, ritenuti coerenti con la personalità di Majorana.
- Volontarietà della permanenza: Le indagini hanno concluso che Majorana si trovava volontariamente in Venezuela, escludendo ipotesi di omicidio, suicidio o ritiro in convento.
- Motivazioni della scomparsa: Si ipotizza che Majorana, spaventato dalle implicazioni delle sue scoperte sull'atomo, abbia deciso di sparire senza lasciare tracce.

Nonostante queste prove, la Procura di Roma non è riuscita a stabilire cosa sia accaduto a Majorana dopo il 1959, principalmente a causa della "inerzia degli organi diplomatici venezuelani" nel fornire ulteriori informazioni. La richiesta di archiviazione del caso da parte della Procura nel 2015 ha segnato una svolta significativa nella comprensione di questo lungo mistero, pur lasciando ancora aperte alcune domande sul destino finale del brillante fisico italiano.
La presunta macchina di Rolando Pelizza e Majorana per la trasmutazione in oro
Secondo le testimonianze di Rolando Pelizza, egli avrebbe sviluppato una macchina in grado di trasmutare la materia, inclusa la capacità di trasformare oggetti comuni in oro. Ecco i punti principali riguardanti questa controversa vicenda:
- Origine della macchina: Pelizza sostiene di aver collaborato con Ettore Majorana dopo la sua scomparsa e che la macchina sia frutto di questa collaborazione
- Funzionamento: La macchina emetterebbe un raggio in grado di colpire l'oggetto da trasmutare, causando un bagliore e cambiando istantaneamente la forma e la consistenza dell'oggetto
Esperimenti documentati:
- Trasmutazione di un oggetto di plastilina in oro: Un bambino, figlio del professor Carlo Tra Baldo, avrebbe dato a Pelizza un oggetto di plastilina con il suo nome inciso, che sarebbe stato poi trasmutato.
- Conversione di una moneta: Una moneta da 5 franchi svizzeri sarebbe stata trasformata in oro, mantenendo la forma originale ma cambiando colore e peso.
- Presunti test ufficiali: Pelizza afferma di aver condotto esperimenti per gli USA, i governi italiano e belga, e per la NATO negli anni '70-'80.
- Documentazione: Esisterebbero filmati degli esperimenti e documenti, incluse lettere e fotografie attribuite a Majorana dopo la sua scomparsa, che supporterebbero queste affermazioni.
- Scopo della ricerca: Secondo una presunta citazione di Majorana, lo scopo era dimostrare "alternative importanti e senza pericoli" nel campo della fisica.
- Controversie: La comunità scientifica mainstream non ha mai accettato o validato queste affermazioni. Le prove presentate sono considerate insufficienti o non verificabili da molti esperti.
È importante sottolineare che queste affermazioni non sono state confermate dalla comunità scientifica e rimangono altamente controverse. La mancanza di prove verificabili e riproducibili rende difficile valutare la veridicità di queste straordinarie affermazioni
L'eredità scientifica di Majorana
L'impatto delle ricerche di Majorana sulla fisica moderna è stato enorme e continua ancora oggi. I suoi studi sui neutrini e sulle particelle elementari hanno aperto nuove strade nella fisica teorica. In particolare, la sua teoria sui "fermioni di Majorana" ha trovato applicazioni in campi come la superconduttività e potrebbe avere un ruolo chiave nello sviluppo dei computer quantistici. La scomparsa prematura di Majorana privò la comunità scientifica di una mente brillante nel pieno della sua produttività. Tuttavia, le sue idee continuano a influenzare la ricerca contemporanea, dimostrando come le intuizioni di un genio possano sopravvivere al tempo e al mistero che circonda la sua figura.
Il Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana di Erice
A coronamento dell'eredità scientifica di Ettore Majorana, nel 1963 il fisico Antonino Zichichi fondò a Erice, in Sicilia, il Centro di Cultura Scientifica intitolato al geniale scienziato scomparso. Questo centro, noto anche come EMFCSC (Ettore Majorana Foundation and Centre for Scientific Culture), è diventato negli anni un punto di riferimento internazionale per la ricerca e la divulgazione scientifica. Ecco alcuni punti salienti sul Centro Majorana di Erice:
- Sede principale: L'ex monastero di San Pietro (poi San Rocco) in via Guarnotti 26, mentre i corsi si tengono nell'ex convento di San Domenico.
- Attività: Il centro ospita 123 scuole post-universitarie che coprono tutti i campi della ricerca scientifica moderna, dalla fisica alla medicina, dalle neuroscienze alle tecnologie innovative.
- Partecipanti illustri: Nel corso degli anni, 106 scienziati che hanno partecipato ai corsi del centro sono stati successivamente insigniti del Premio Nobel. Inoltre, 49 premi Nobel erano già stati ospiti del centro prima di ricevere il prestigioso riconoscimento.
- Impatto internazionale: Circa 160.000 studenti provenienti da tutto il mondo hanno partecipato alle attività del centro, insieme a migliaia di professori e ricercatori.
- Il Manifesto di Erice: Nel 1982, il centro promosse la stesura del "Manifesto di Erice", un documento che esortava allo sviluppo di "una scienza etica che lavora per l'uomo e non per le nazioni". Nel novembre 2023, in occasione del 60° anniversario della fondazione, il Manifesto è stato rinnovato e sottoscritto da 58 scienziati di fama mondiale.
- Riconoscimenti: Il Centro organizza il "Premio Ettore Majorana-Scienza per la pace", istituito dall'Assemblea Regionale Siciliana nel 1988.
- Apertura al pubblico: Dal 2019, gli spazi del centro, tra cui gli Istituti Wigner-San Francesco e Blackett-San Domenico, sono aperti al pubblico, trasformando il centro in un vero e proprio contenitore culturale accessibile a tutti.
Il Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana di Erice rappresenta non solo un omaggio alla memoria del brillante fisico siciliano, ma anche un faro per la promozione della scienza, della cultura e della pace a livello internazionale. La sua missione di creare un luogo di incontro e confronto tra scienziati di tutto il mondo continua a ispirare e formare le nuove generazioni di ricercatori.