Il Silenzio Assordante sul Referendum dell'8 e 9 Giugno 2025: Un Appello alla Partecipazione Consapevole

📅 L'8 e 9 giugno 2025 si vota per 5 referendum abrogativi che potrebbero cambiare il lavoro, la cittadinanza e la sicurezza in Italia. Ma i media tacciono. Il rischio? L’ennesimo fallimento per mancanza di quorum.

Il Silenzio Assordante sul Referendum dell'8 e 9 Giugno 2025: Un Appello alla Partecipazione Consapevole
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Mentre l'Italia si avvicina a un'importante consultazione referendaria prevista per l'8 e 9 giugno 2025, sorprende il tenue eco mediatico riservato a temi di cruciale rilevanza per il futuro del Paese. Questa tornata referendaria comprende cinque quesiti che toccano aspetti fondamentali della vita sociale e lavorativa italiana:

  1. LICENZIAMENTI ILLEGITTIMI:
    • Votando , si abrogano le norme che limitano i reintegri dei lavoratori licenziati senza giusta causa, rendendo più difficile licenziare arbitrariamente.
    • Votando NO, si mantiene l'attuale normativa, che consente il licenziamento con minori tutele per il lavoratore.
  2. SICUREZZA SUL LAVORO:
    • Votando , si permette alla contrattazione collettiva di livello aziendale di derogare alle norme su salute e sicurezza.
    • Votando NO, si mantiene l'obbligo di rispettare le norme statali su salute e sicurezza senza deroghe.
  3. CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO:
    • Votando , si abrogano le norme che permettono contratti a termine fino a 12 mesi senza causale, ripristinando l’obbligo di motivare l’uso del contratto a termine.
    • Votando NO, si mantiene l’attuale normativa che consente contratti a termine senza specificare la motivazione.
  4. SALARIO MINIMO:
    • Votando , si introduce un salario minimo legale, stabilendo una retribuzione minima garantita per tutti.
    • Votando NO, si lascia la questione alla contrattazione collettiva senza una soglia minima fissata per legge.
  5. CITTADINANZA:
    • Votando , si semplifica il processo di acquisizione della cittadinanza per gli stranieri, con particolare attenzione a chi è nato o cresciuto in Italia.
    • Votando NO, si mantengono i criteri attuali, più restrittivi e selettivi.

Date e Orari del Voto

Le operazioni di voto si svolgeranno nelle giornate di domenica 8 giugno e lunedì 9 giugno 2025. I seggi saranno aperti domenica dalle ore 7:00 alle 23:00 e lunedì dalle ore 7:00 alle 15:00. Per votare, è necessario recarsi al proprio seggio elettorale muniti di un documento di identità valido e della tessera elettorale.

Come Votare

Per ciascun quesito referendario, l'elettore riceverà una scheda separata. Per esprimere il proprio voto, sarà sufficiente tracciare una croce sul "Sì" o sul "No" presenti sulla scheda. È fondamentale leggere attentamente il testo di ciascun quesito per comprendere appieno le implicazioni del voto.

La Questione del Quorum: Un Confronto con le Elezioni Comunali

Affinché un referendum abrogativo sia valido, è necessario che partecipi al voto almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto. Se questa soglia non viene raggiunta, anche se la maggioranza dei votanti si esprime per il “Sì”, il referendum non ha alcun effetto giuridico.

Al contrario, per l’elezione di un sindaco in Italia non è previsto alcun quorum minimo di partecipazione (salvo rari casi). Ecco cosa prevede la legge:

  • Comuni fino a 15.000 abitanti:
    • Il candidato che ottiene il maggior numero di voti validi viene eletto sindaco.
    • Non è richiesto un quorum minimo se ci sono più candidati.
    • Se c’è un solo candidato, deve ottenere almeno il 50% dei voti validi e aver votato almeno il 40% degli aventi diritto.
  • Comuni con più di 15.000 abitanti:
    • Un candidato è eletto al primo turno se ottiene la maggioranza assoluta (oltre il 50%) dei voti validi.
    • Se nessun candidato raggiunge questa soglia, si va al ballottaggio tra i due più votati.
    • Al ballottaggio viene eletto chi ottiene più voti, senza quorum minimo di partecipazione.

Una disparità che solleva interrogativi: se è corretto che per modificare una norma nazionale serve mobilitare la metà degli elettori italiani, perché invece per eleggere un sindaco, spesso figura chiave nella vita quotidiana di una comunità, non esiste quorum minimo?

Contratti a Tempo Determinato: Precarietà Mascherata da Occupazione

Il terzo quesito referendario propone l'abrogazione di specifiche disposizioni del Decreto Legislativo 81/2015, che attualmente permettono la stipula di contratti a termine fino a 12 mesi senza obbligo di causale. L'obiettivo è reintrodurre l'obbligo di specificare la motivazione per tali contratti, incentivando così la stabilizzazione lavorativa e contrastando la precarietà dilagante.

Negli ultimi anni, l'uso estensivo dei contratti a tempo determinato ha permesso ai governi di vantare tassi di occupazione apparentemente positivi. Tuttavia, dietro queste cifre si cela una realtà di instabilità lavorativa, con milioni di italiani costretti a vivere nell'incertezza del rinnovo contrattuale, impossibilitati a comprarsi un immobile o a costituire una famiglia. Fonti autorevoli (v. Prof. Franco Focareta dell'Università di Bologna) sottolineano la necessità di riformare questa tipologia contrattuale per garantire maggiore sicurezza ai lavoratori in un momento di grande incertezza economica.

Come Votare per l'Abolizione dei Contratti a Termine Senza Causale

Per esprimere il proprio sostegno all'abrogazione delle norme che consentono contratti a termine senza causale, è fondamentale recarsi alle urne l'8 e 9 giugno e votare "SÌ" al terzo quesito referendario. Solo attraverso una partecipazione consapevole e massiccia sarà possibile superare il quorum e dare voce a una volontà popolare volta a promuovere rapporti di lavoro più stabili e dignitosi.

Conclusione: Un Appello alla Consapevolezza e alla Partecipazione

Il silenzio dei media mainstream su temi di tale rilevanza è preoccupante e rischia di compromettere l'esito di una consultazione fondamentale per il futuro del lavoro in Italia. È imperativo che ogni cittadino si informi autonomamente, comprenda le implicazioni dei quesiti referendari e partecipi attivamente al voto. Solo così sarà possibile indirizzare il Paese verso politiche lavorative più eque e sostenibili.

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