Il Re Mida di Silicon Valley incorona Trump: come Elon Musk ha trasformato i tweet in oro elettorale
In un'incredibile svolta degli eventi che sembra uscita da una puntata di Black Mirror, Elon Musk emerge come il kingmaker tecnologico dietro la vittoria di Donald Trump. Un'alleanza che promette di ridisegnare il futuro tecnologico americano, tra sogni marziani e automobili che si guidano da sole.

C'era una volta un imprenditore che sognava di colonizzare Marte e che, nel frattempo, ha deciso di colonizzare Washington. Non è l'incipit di un romanzo di fantascienza, ma la realtà della politica americana del 2024, dove Elon Musk ha dimostrato che anche i like su X (ex Twitter) possono trasformarsi in voti reali.
Con un investimento che fa sembrare il budget marketing di Tesla una mancia da fast food - parliamo di 130-175 milioni di dollari attraverso il super PAC "America PAC" - Musk ha orchestrato una campagna elettorale che farebbe invidia a un regista di Hollywood. Il risultato? Trump alla Casa Bianca e un biglietto di prima classe per il treno del potere politico americano.
Da Tesla a Washington: un viaggio in autopilot
La metamorfosi politica di Musk da sostenitore democratico a paladino trumpiano non è stata improvvisa. Come un software Tesla che si aggiorna durante la notte, il cambiamento è stato graduale ma inesorabile. Le scintille con la California durante la pandemia, qualche battibecco con Biden sul ruolo di Tesla nella rivoluzione elettrica, e voilà: il più grande imprenditore tech del mondo ha virato decisamente a destra.
Il bottino di guerra: un impero si espande
Per chi si chiedesse cosa ci guadagni Musk da questa alleanza, la risposta è: praticamente tutto. Trump ha promesso di nominarlo a capo di una nuova "Commissione per l'efficienza governativa" (DOGE) - sì, proprio come la criptovaluta, e la coincidenza è troppo bella per essere casuale.
Le azioni Tesla sono schizzate alle stelle con un +15% nel pre-market, come se Wall Street avesse premuto il pulsante "Ludicrous Mode". SpaceX si prepara a ricevere più contratti governativi di quanti ne possa gestire, e Neuralink potrebbe trovare la strada verso il cervello umano molto meno ostacolata dalle noiose regolamentazioni FDA.
Un nuovo capitolo nella storia americana
Mentre gli investitori brindano e i critici si strappano i capelli, una cosa è certa: l'alleanza Trump-Musk segna un momento spartiacque nella storia americana. È la prima volta che un magnate della tecnologia gioca così apertamente il ruolo di kingmaker, trasformando il proprio impero digitale in una macchina elettorale perfettamente oliata.
Gli scettici potrebbero vedere in questa alleanza il trionfo definitivo del capitalismo sulla democrazia. I sostenitori, invece, la celebrano come l'unione perfetta tra innovazione tecnologica e potere politico. Una cosa è certa: il prossimo mandato di Trump, con Musk come consigliere tecnologico in chief, promette di essere più imprevedibile di un'auto Tesla in modalità Full Self-Driving.
Conclusione: il futuro è scritto nelle stelle (di SpaceX)
Mentre Musk si prepara a navigare tra i corridoi del potere con la stessa disinvoltura con cui progetta razzi spaziali, una domanda rimane: questo matrimonio tra tech e politica rappresenta davvero il futuro che l'America sogna? Solo il tempo potrà dirlo. Nel frattempo, possiamo essere certi che il viaggio sarà tutto tranne che noioso.
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