Europa, ammazza che fatica: l’UE rischia di finire in soffitta
Mentre l'UE, divisa su tutto, litiga su chi paga il conto (Recovery Fund docet), USA, Cina e BRICS ci rubano il posto a tavola. Dazi a pioggia 🚨, estremismi in crescita 📈 e il rischio di restare nudi alla festa della ricostruzione ucraina. Chiamiamola con il suo nome.. crisi vera!
Cari europei, mettiamocelo in testa: l’Unione Europea sta vivendo la sua crisi di mezz’età. Non più giovane e spumeggiante come negli anni ’90, non ancora saggia e rispettata come la nonna Svizzera. E mentre noi litighiamo su chi paga il conto della cena (leggasi: Recovery Fund), gli altri – USA, Cina e BRICS – ci soffiano il posto al tavolo del potere globale. Con i dazi americani che piovono come granturco in agosto, l’estrema destra che fa il solletico alle istituzioni, e la pace in Ucraina che potrebbe escluderci dalla festa della ricostruzione, rischiamo di ritrovarci in mutande. Con la faccia da emoji 😬.
1. Economia: La Sindrome della Lumaca (con la Germania in panne)
Partiamo dai dati, che non mentono mai. Nel 2023:
- PIL UE: +0,9%, una crescita che fa invidia a una statua.
- PIL USA: +2,1%, con gli States che corrono grazie a consumi, bonus verdi e un ego smisurato.
- BRICS: Cina (+5,2%) e India (+6,3%) ci guardano come fossimo un documentario su Netflix: interessanti, ma non abbastanza.
La produzione industriale UE è crollata del -2%, con la Germania in recessione tecnica (grazie Putin, ma anche grazie nostra per aver messo tutte le uova nel gas russo). E mentre Biden regala 369 miliardi di dollari alle aziende green con l’Inflation Reduction Act (il fratello ricco che non ti invita alle vacanze), noi europei ci accontentiamo di litigare sul tetto al prezzo del gas.
2. Dazi USA: Quando l’Alleato ti Frega al Gioco delle Sedie
Ah, gli americani! Prima ci chiamano “alleati”, poi ci appioppano dazi su acciaio, alluminio e auto elettriche. Motivo ufficiale? “Proteggere l’industria USA”. Motivo reale? “Cari europei, se non vi sbrigate a farvi un piano industriale, vi lasciamo a secco”. Intanto, la Cina ride e vende pannelli solari a tutto il mondo, mentre l’India si compra il nostro lusso con i soldi che non abbiamo più.
E noi? Noi discutiamo se il Parmigiano Reggiano debba essere fatto solo in Emilia. Priorità, people!
3. Politica Interna: L’Estrema (Destra) che Avanza (e l’Europa che Arranca)
Mentre Ursula Von Der Leyen sogna un’Europa federale, i partiti di estrema destra fanno il botto. In Francia, Marine Le Pen si gratta la barba (metaforicamente). In Italia, la Meloni prova a fare la Thatcher del Mediterraneo (trascurando il nuovo record negativo nel 2024 di altre 417 aziende italiane comprate da società straniere per un valore complessivo di 34 miliardi di euro, lo stato della sanità italiana e del potere di acquisto delle famiglie italiane..). In Germania, l’AfD raccoglie consensi come funghi dopo la pioggia. Risultato? Un’Europa così divisa che persino il gruppo WhatsApp dei capi di Stato è in mutuo silenzio.
Domanda retorica da blog: Come possiamo competere con la Cina, l'India .. se non riusciamo a metterci d’accordo neanche sull’ora legale?
4. Ucraina: La Festa della Ricostruzione (a cui non siamo invitati)
Abbiamo speso 85 miliardi di euro in armi per sostenere Zelensky, ma ora si sussurra che USA, Russia e Ucraina stiano trattando la pace… senza di noi. Fantastico, no? È come pagare il conto di una cena e non essere invitati al dolce.
E il dolce, in questo caso, è la ricostruzione dell’Ucraina (500 miliardi di opportunità) e le sue terre rare (titanio, litio, ecc.), fondamentali per la transizione verde. Peccato che, mentre noi ci siamo giocati i soldi in armi, USA e BRICS stiano già prenotando i posti migliori. La Cina sogna miniere, l’India infrastrutture, e la Russia ride sotto i baffi. Noi? Noi abbiamo il debito pubblico e una direttiva sul riciclo della plastica.
5. Ursula e la Commissione: Professoressa Von Der Leyen, ci serve un miracolo
La presidente della Commissione, Ursula Von Der Leyen, è bravissima a fare piani decennali e PowerPoint sul Green Deal. Peccato che nel frattempo:
- L’industria europea scappa in America per i sussidi IRA.
- I politici nazionali le sparano addosso (vedi caso Pfizer).
- I cittadini sono più preoccupati del caro-burro che della neutralità climatica.
Ironia amara: L’UE vuole essere un gigante geopolitico, ma sembra un professore universitario che cerca di fermare un bulldozer con un libro di diritto internazionale.
6. Come Salvarsi (senza diventare meme su Twitter)
Ecco la ricetta per non finire nel dimenticatoio:
- Fare l’Europa federale (ma davvero): Basta veto nazionali. Serve una politica estera comune, o continueremo a essere gli sfigati delle riunioni G20.
- Un “Piano Marshall” made in UE: Soldi per chip, batterie e green tech, senza aspettare che Elon Musk ci adotti.
- Non perdere l’Ucraina: Pretendere un posto al tavolo della pace e legare la ricostruzione all’accesso alle risorse.
- Far ripartire l'economia: Come? Ridando speranza ai cittadini con lavoro e crescita, non con slogan su TikTok.
Conclusioni (con un brindisi alla speranza)
Cari compatrioti, l’UE è come una Ferrari d’epoca: bella da vedere, ma se non la fai partire, resta in garage. Tra dazi, estremismi e accordi di pace fatti alle nostre spalle, rischiamo di diventare gli spettatori della nostra storia. La Von Der Leyen ha una scelta: trasformarsi da “professoressa” a “generale”, o consegnarci ad un declino, già manifesto, con un sorriso educato.
Noi, intanto, restiamo qui. Con il caffè amaro in mano e la speranza che l’Europa si svegli.