Claude Code: l’AI che ha dato sprint al mio Blog (e poi l’ho messa a dieta)
🤖 Il mio blog ora corre su AI (ma senza esagerare)! Tra container, PostgreSQL e ritorno alla versione Pro: come Claude Code di Anthropic ha ottimizzato il 70% del mio lavoro, lasciandomi spazio per creatività e… caffè.
Se vi dicessi che il mio blog è quasi completamente gestito da un’intelligenza artificiale? E' realtà, grazie a Claude Code di Anthropic. Ho iniziato con la versione Max (90 euro al mese, fatturati mensilmente) per la fase di sviluppo e installazione iniziale, poi sono passato alla versione più leggera Pro (15 euro al mese, fatturati annualmente) per la gestione quotidiana. Il risultato? Un sistema efficiente, automatizzato e – cosa più importante – senza farmi impazzire.
Come funziona Claude Code nel mio setup?
Prima di entrare nel dettaglio, chiariamo qualche termine in modo semplice:
- Container (LCX su Proxmox): immaginate il vostro server come un grande palazzo. Una macchina virtuale sarebbe come affittare un intero piano con cucina e tutto, quindi consuma molte risorse. Un container invece è come un singolo appartamento: condivide alcune parti comuni, ma ha il suo spazio privato. Questo significa che i container usano meno risorse, si avviano più velocemente e sono più facili da gestire. Io uso container LCX, la tecnologia nativa di Proxmox, per far girare tutte le parti del mio blog.
- Proxmox: è il “direttore d’orchestra” del mio server fisico, che gestisce i container e si assicura che tutto funzioni senza intoppi.
- Ghost: la piattaforma che uso per il mio blog, un sistema semplice e potente per scrivere e pubblicare articoli. Ghost gestisce i contenuti e utilizza un database per conservare tutti i dati.
- PostgreSQL: è il database che uso per archiviare i contenuti del blog. Pensatelo come un enorme archivio digitale dove ogni articolo, commento e impostazione viene ordinatamente conservato.
- Immagini royalty-free: per le foto uso Unsplash, una libreria online di immagini gratuite e senza problemi di copyright, così il blog resta bello e legale.
Il mio workflow con Claude Code: dall’installazione al day-by-day
Quando ho iniziato, ho usato la versione Max di Claude Code per implementare da zero il sistema:
- Installazione e configurazione automatica dei container LCX su Proxmox
- Setup di Ghost con PostgreSQL per gestire i contenuti
- Configurazione di backup cifrati nel cloud, così se il server si spegne (o fa i capricci) non perdo nulla
- Automazione del disaster recovery, cioè la capacità di ripristinare tutto in automatico in caso di guasti
Dopo questa fase “heavy duty”, sono passato alla versione Pro per la gestione quotidiana, che comprende:
- Identificazione automatica dei temi da trattare: Claude analizza le tendenze online e mi propone argomenti interessanti, non solo tech ma anche più generalisti, come:
- “L'impatto ecologico di una vettura elettrica verso una a motore termico”
- “I segreti per sopravvivere alle riunioni infinite”
- “I retroscena dell'ultimo fallimento di SpaceX”
- Sviluppo dei testi: Claude crea bozze complete, io ci metto la mia supervisione, correggo qualche battuta e aggiungo il tocco personale.
- Ricerca immagini: automatica su Unsplash, per trovare foto belle, royalty-frre e copyright compliant.
- Monitoraggio e manutenzione: Claude controlla lo stato dei container e del database, riavvia automaticamente i servizi se qualcosa non va.
Perché ho scelto di tornare alla versione Pro?
La versione Max è come una Ferrari: potentissima, ma costosa e un po’ troppo per il mio uso quotidiano. Durante l’installazione iniziale, avevo bisogno di tutta quella potenza per mettere in piedi il sistema, ma per la gestione giornaliera è più che sufficiente la versione Pro, più economica e snella.
In più, la versione Max tende a “sovraottimizzare” tutto, rischiando di trasformare il blog in un’enciclopedia tecnica senza anima. Con la Pro, invece, posso mantenere il giusto equilibrio tra automazione e creatività umana.
In breve: perché Claude Code è un alleato prezioso
- Fa risparmiare tempo prezioso, automatizzando le parti più noiose
- Aiuta a trovare idee fresche e interessanti, anche fuori dal mondo tech
- Gestisce in autonomia la parte tecnica del server, con backup e sicurezza
- Mi lascia la libertà di concentrarmi sulla parte creativa e umana del blog
Conclusioni: l’AI che lavora per te, senza rubarti il mestiere
Claude Code è uno strumento potente, ma va usato con giudizio. Io l’ho adottato per semplificare la gestione tecnica e dare una spinta creativa al mio blog, ma senza perdere il controllo. La tecnologia deve essere un aiuto, non un sostituto.
E mentre Claude si occupa di server, backup e bozze, io posso finalmente godermi un buon caffè senza pensare a “come funziona il database” o “se il container è ancora vivo”.
