Chi va in bicicletta o non mangia da McDonald's distrugge l’economia..

🚴‍♀️ Chi va in bicicletta “distrugge” l’economia? In un certo senso sì — perché non compra benzina, non paga parcheggi e non si ammala. Ma proprio per questo rappresenta il futuro: un modello di prosperità basato sulla salute e non sul consumo. 🌍💡

Chi va in bicicletta o non mangia da McDonald's distrugge l’economia..
Photo by Nathan Cima / Unsplash

🚴‍♂️ Introduzione: il paradosso dell’economia moderna

Immagina una città dove tutti si muovono in bicicletta, si nutrono in modo sano, non fumano, non assumono farmaci e raramente hanno bisogno di un meccanico o di un parcheggio. Un paradiso ecologico e umano, giusto? Forse sì, ma per l’economia tradizionale sarebbe un incubo.

L’attuale modello economico globale non premia la salute, l’efficienza o la sobrietà: premia il consumo, l’attrito e la sostituzione. “Ogni euro risparmiato in sanità o carburante è un euro che non genera PIL”, osservava già nel 2019 l’economista Tim Jackson, autore di Prosperity Without Growth (Earthscan).

Tim Jackson
This is the official website for Prof Tim Jackson, Author of Prosperity without Growth and Material Concerns. It is a source of news and information about Tim’s work both as ecological economist and as radio dramatist. It is updated regularly and offers links to his talks, publications and radio plays.

E allora la domanda diventa inevitabile: una società sana e sostenibile può sopravvivere dentro un’economia che cresce solo distruggendo valore umano e ambientale?


🏙️ L’economia del traffico e del colesterolo

Ogni automobilista contribuisce all’economia molto più di un ciclista. Secondo l’European Cyclists’ Federation (ECF, 2022), il costo sociale di un chilometro percorso in auto è stimato a 0,11 €, mentre quello in bicicletta è –0,18 €, cioè un beneficio netto per la collettività. Ma per il PIL, il ciclista “costa” poco: non compra benzina (tassata fino al 60%), non paga parcheggi, non subisce guasti, non genera incidenti da risarcire, e non finanzia l’enorme industria automobilistica che vale oltre il 7% del PIL europeo (Eurostat, 2023).

Lo stesso vale per chi mangia bene. Un cittadino che segue una dieta equilibrata, fa sport e dorme a sufficienza riduce drasticamente il rischio di malattie cardiovascolari o metaboliche, le stesse che alimentano un’industria farmaceutica globale da 1.500 miliardi di dollari (Statista, 2024). L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il 70% dei costi sanitari mondiali derivi da patologie croniche prevenibili. In termini puramente economici, la prevenzione “distrugge valore”.


🍔 McEconomy: quando il fast food fa crescere il PIL

McDonald’s, KFC e le catene di fast food non sono solo simboli del capitalismo alimentare: sono motori economici. Nel 2023 McDonald’s ha generato 48 miliardi di dollari di fatturato, contribuendo in modo diretto e indiretto a milioni di posti di lavoro nella filiera del packaging, della logistica e dell’agroindustria intensiva.

Mangiare male, in un sistema basato sul consumo, crea più PIL che mangiare bene. Ogni pasto “spazzatura” in più significa più vendite di bevande zuccherate, più diagnosi di diabete (con farmaci da miliardi come l’Ozempic), più visite mediche e più assicurazioni sanitarie.

In altre parole: il sistema premia ciò che consuma l’individuo, non ciò che lo preserva.


⚙️ Un modello economico che si nutre di inefficienza

“Il nostro PIL misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta”, diceva Robert Kennedy nel 1968.
Oggi quella frase risuona più attuale che mai. Le economie industrializzate continuano a legare la prosperità alla spesa — anche se deriva da malattie, incidenti o degrado ambientale.

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA, 2023) stima che l’inquinamento atmosferico causi circa 400.000 morti premature ogni anno in Europa. Ognuna di queste tragedie rappresenta anche spesa medica, farmaci, assicurazioni e sostituzioni di forza lavoro: un contributo, paradossalmente, “positivo” al PIL.

Il ciclista, al contrario, riduce costi collettivi: respira meno inquinamento, occupa meno spazio, non emette CO₂, e migliora la propria salute. Secondo un report del World Economic Forum (WEF, 2022), se il 10% degli spostamenti urbani avvenisse in bici, l’Europa risparmierebbe 30 miliardi di euro l’anno in spese sanitarie e carburanti. Ma questi miliardi in meno sarebbero anche miliardi in meno nel calcolo del PIL.


🔄 Verso un nuovo paradigma: dal PIL al “benessere netto”

Molti economisti stanno proponendo indicatori alternativi per superare questo paradosso. Il “Wellbeing Economy Alliance” (WEAll), sostenuto da governi come Scozia, Nuova Zelanda e Islanda, promuove metriche di prosperità che includono salute, sostenibilità e coesione sociale, non solo spesa monetaria.

Anche l’OCSE, nel suo Better Life Index (2023), propone un quadro di misurazione basato su 11 dimensioni del benessere, dal tempo libero alla qualità ambientale.
In questo scenario, chi va in bicicletta, chi coltiva ortaggi, chi riduce gli sprechi energetici o alimentari non “distrugge l’economia”: sta solo partecipando a un’economia diversa, più umana e rigenerativa.


🚀 Cosa aspettarsi nei prossimi anni

Nel prossimo decennio, la tensione tra crescita e sostenibilità diventerà uno dei nodi centrali del dibattito economico globale. I modelli di “degrowth” (decrescita selettiva) e di “doughnut economy” di Kate Raworth stanno già influenzando piani urbani in città come Amsterdam e Copenaghen.

La domanda non è più se il benessere possa sostituire il PIL, ma quando i governi accetteranno che meno consumo può significare più prosperità reale.
E allora, forse, chi pedala non distruggerà più l’economia: la starà salvando.

Global pharma CRO market size by phase 2015-2024| Statista
By the year 2023, the size of the clinical segment in the global pharmaceutical CRO market was estimated to grow to **** billion U.S.
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