“Auto elettriche? No, grazie!”: perché il mercato globale dell’auto è in pieno caos

👉 Mentre le case storiche arrancano e la Cina domina con elettriche low-cost, in Italia cresce l’interesse per benzina e diesel: il 32% degli italiani li preferisce per la prossima auto (Deloitte 2025). 📉 Tra crisi, dazi e consumatori indecisi, l’industria dell’auto è in pieno terremoto!

“Auto elettriche? No, grazie!”: perché il mercato globale dell’auto è in pieno caos
Photo by Fer Troulik / Unsplash

Mai come oggi, il mercato dell’automotive globale si trova in un vortice di trasformazioni radicali. Da un lato, colossi storici che arrancano sotto il peso di licenziamenti e ristrutturazioni; dall’altro, nuove potenze – principalmente dalla Cina – che stanno rivoluzionando il settore con vetture elettriche tecnologicamente avanzate e, soprattutto, accessibili. Nel frattempo, sullo sfondo, si combatte una guerra commerciale fatta di dazi, protezionismi e strategie geopolitiche. Insomma, è un mercato in pieno fermento, dove le certezze di ieri sono diventate i grandi interrogativi di oggi.

E a complicare ulteriormente il quadro ci sono i consumatori, sempre meno prevedibili. Un esempio? Il recente Global Automotive Consumer Study 2025 di Deloitte, che fotografa il sentiment di 31 mila consumatori in 30 Paesi, tra cui l’Italia. I risultati? Sorprendenti. Mentre il mondo sembra puntare tutto sull’elettrico, molti italiani guardano indietro, riscoprendo un inatteso interesse per i motori termici.


Licenziamenti e ristrutturazioni: i giganti dell’auto alla prova

Non è un mistero che i grandi nomi dell’automotive stiano attraversando uno dei momenti più difficili della loro storia. Negli ultimi anni, aziende storiche come Ford, Volkswagen e Stellantis hanno annunciato massicci piani di licenziamento, spesso giustificati dalla necessità di “adattarsi” alla transizione verso l’elettrico.

La realtà, però, è che questa transizione non è affatto semplice. Produrre veicoli elettrici richiede investimenti enormi, ma meno manodopera rispetto ai motori a combustione interna. Il risultato? Tagli ai posti di lavoro e chiusure di impianti, soprattutto in Europa e Nord America. E mentre i governi cercano di incentivare l’elettrificazione con sussidi e agevolazioni, cresce il malcontento tra i lavoratori del settore.

Un esempio emblematico è Ford, che negli Stati Uniti ha affrontato scioperi storici da parte del sindacato United Auto Workers (UAW), proprio a causa delle tensioni legate alla transizione elettrica e ai nuovi equilibri industriali.


Cina: il nuovo impero dell’auto elettrica

Mentre i giganti occidentali si leccano le ferite, la Cina avanza a passo spedito. Con brand come BYD, Nio e MG, Pechino sta dominando il mercato dei veicoli elettrici, offrendo auto tecnologicamente avanzate a prezzi che fanno impallidire la concorrenza europea e americana.

Per dare un’idea, BYD – il colosso cinese sostenuto anche da Warren Buffett – ha superato Tesla nelle vendite globali di veicoli elettrificati, grazie a una strategia aggressiva sui prezzi. Un esempio lampante è la BYD Dolphin, una compatta elettrica che in Cina costa meno di 20.000 euro e offre un’autonomia e una dotazione tecnologica paragonabili a vetture europee dal costo doppio.

Non sorprende, quindi, che la Cina stia esportando sempre più auto elettriche in Europa, tanto da spingere l’Unione Europea ad avviare un’indagine anti-dumping contro i produttori cinesi. Ma la realtà è che i consumatori europei – alle prese con inflazione e aumento del costo della vita – stanno iniziando a preferire queste soluzioni low-cost.


I dazi e le tensioni geopolitiche

In questo contesto già teso, i governi giocano un ruolo decisivo. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno introdotto politiche protezionistiche per sostenere la produzione locale di veicoli elettrici e batterie. Il Inflation Reduction Act (IRA) offre incentivi significativi per chi acquista auto prodotte negli USA, mettendo pressione sia sull’Europa che sulla Cina.

Ma non è tutto. La “guerra dei dazi” sta complicando ulteriormente gli scambi globali: mentre gli Stati Uniti cercano di limitare l’ingresso delle auto cinesi, la Cina risponde con misure simili su componenti e materie prime. E l’Europa? Cerca una difficile mediazione, ma rischia di trovarsi schiacciata tra le due superpotenze.


Italia e il ritorno dei motori termici: una sorpresa dal Deloitte Study

In mezzo a tutta questa rivoluzione, cosa pensano i consumatori? Il Global Automotive Consumer Study 2025 di Deloitte offre spunti interessanti, soprattutto per quanto riguarda l’Italia.

Se nel 2023 il 19% degli italiani dichiarava di preferire un motore termico tradizionale per la prossima auto, nel 2025 questa percentuale è salita al 32%. Un dato sorprendente, che indica un ritorno di interesse per benzina e diesel, nonostante le restrizioni e i divieti imposti da molti governi europei.

La ragione principale? I costi elevati delle auto elettriche. Anche l’ibrido plug-in, che sembrava destinato a conquistare il mercato, sta perdendo terreno. Al contrario, l’ibrido “senza spina” – più economico e senza problemi di ricarica – emerge come la soluzione preferita dagli italiani.

Questo trend dimostra che, nonostante gli sforzi delle case automobilistiche e dei governi per spingere l’elettrico, i consumatori continuano a guardare al portafoglio. E in un Paese come l’Italia, dove il reddito medio è inferiore alla media europea, il prezzo rimane il fattore decisivo.


Cosa ci riserva il futuro?

Il mercato dell’automotive globale è a un bivio. Da un lato, la spinta verso l’elettrificazione sembra inarrestabile, con la Cina che guida la carica e i governi occidentali che cercano di tenere il passo. Dall’altro, però, i consumatori – soprattutto in Europa e in Italia – continuano a lanciare segnali contrastanti, mostrando un interesse crescente per soluzioni più tradizionali e accessibili.

Il futuro non è ancora scritto, ma una cosa è certa: l’industria dell’auto sta affrontando una delle sue sfide più grandi, tra innovazione tecnologica, crisi economiche e cambiamenti geopolitici. Sarà interessante vedere chi riuscirà a cavalcare questa tempesta e chi, invece, rimarrà indietro.

E voi, siete pronti a passare all’elettrico o preferite ancora il ruggito del motore a combustione?

2025 Global Automotive Consumer Study | Deloitte
Nel nuovo report Global Automotive Consumer Study 2025, il sentiment dei consumatori e i trend che condizioneranno l’industria automobilistica nel prossimo futuro.
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